Dazi USA auto 2025: effetti sulle esportazioni italiane e europee
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Direttore: Alessandro Plateroti

Dazi USA auto 2025: effetti sulle esportazioni italiane e europee

auto in serie

Dal 3 maggio 2025, gli Stati Uniti applicano dazi del 25% sui componenti auto importati. Come questa misura influisce.

Negli ultimi anni il settore automobilistico europeo ha affrontato sfide sempre più complesse, tra transizione ecologica, crisi delle materie prime e incertezze geopolitiche, dazi. A questo scenario si aggiungono ora nuove misure protezionistiche da parte degli Stati Uniti, uno dei principali mercati di sbocco per l’industria europea. L’export verso gli USA rappresenta infatti una quota rilevante per molte aziende italiane e continentali, sia per i veicoli finiti sia per i componenti auto.

Dal 3 aprile sono entrati in vigore i primi dazi sulle auto complete importate negli Stati Uniti. Tuttavia, il cuore delle nuove restrizioni commerciali è atteso proprio in questi giorni: il 3 maggio scatteranno i dazi al 25% sui componenti auto importati dall’Europa e da altri Paesi. Una misura che, secondo le intenzioni dell’amministrazione Trump, punta a stimolare la produzione interna, ridurre il deficit commerciale e riportare occupazione negli Stati Uniti.

auto in fila
auto in fila

Un impatto diverso da Paese a Paese

Non tutti i Paesi europei sono esposti allo stesso modo. La Germania guida le esportazioni di componenti auto verso gli Stati Uniti, con un valore di quasi 6 miliardi di euro nel 2024. L’Italia segue con oltre 719 milioni di euro, superando la Francia, che si ferma a 220 milioni. Sul fronte dei veicoli finiti, l’Italia ha esportato oltre 3,3 miliardi di euro, a fronte di importazioni dagli USA di poco superiori agli 82 milioni. Questa bilancia commerciale positiva evidenzia quanto il mercato americano sia strategico per l’industria italiana.

Il meccanismo dei dazi prevede un’applicazione graduale: nel primo anno colpiranno il 15% del valore dei componenti, con una compensazione del 3,75% sul prezzo aggregato dei veicoli assemblati negli USA; nel secondo anno l’aliquota si ridurrà al 10%, con una compensazione del 2,5%.

Le conseguenze per l’industria europea

La decisione americana potrebbe avere ripercussioni importanti su tutta la filiera. Oltre a penalizzare l’export diretto, i dazi rischiano di colpire quelle catene di fornitura globali in cui i componenti attraversano più volte il confine statunitense durante le varie fasi di lavorazione. Le imprese europee potrebbero trovarsi di fronte a una difficile scelta: assorbire i costi dei dazi o spostare parte della produzione negli Stati Uniti.

Ed è proprio questa la notizia chiave: dal 3 maggio 2025, con i dazi al 25% sui componenti auto europei, si apre una nuova fase di sfida per l’industria automobilistica del continente, che dovrà ripensare strategie e catene produttive per restare competitiva.

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ultimo aggiornamento: 2 Maggio 2025 12:53

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